cogito
2008-05-28 15:05:57 UTC
"Sapendo"..perchè Rigor mi tiene informato.. e "non sapendo" parallelamente
dove scriverti (di preciso) ho pensato di lasciare due righe qui, in quest
posto che una volta ha rappresentato per noi qualcosa.
Magari un giorno le leggi.. magari no.
..poco dopo aver compiuto la maggiore età cominciai a vedere mio padre come
una sorta di nemico. Ricordo discussioni, litigi con parolacce e insulti,
sguardi in cagnesco e minacce di ogni tipo. Questo accadeva spesso per
motivi che sinceramente non ricordo e che probabilmente derivavano solo da
quel caratteristico iter umano che porta i figli piccoli a vedere il padre
come un esempio da seguire e i figli grandi a vedere lo stesso come un
avversario da superare nonstante quest'ultimo si prodighi per loro con lo
stesso incessante impegno e dedizione. La cosa andò avanti parecchio,
ricordo pure con rammarico di aver desiderato che morisse sotto un camion o
di qualche accidente; il ricordo di questa cosa mi fa letteralmente
rabbrividire ma non sono solito negare cose che ho fatto anche se oggi non
esito a definirle stupide e deplorevoli. Alcuni anni dopo aver fiinito
l'universita', per un certo periodo, mi ritrovai ad insegnare nella stessa a
ragazzi che avevano effettivamente solo una decina di anni meno di me che
però mi vedevano come una sorta di fratello maggiore.. anche in virtu del
fatto che la maggior parte degli altri docenti aveva l'età giusta per essere
bisnonno. Da questa visione se ne ricavava un fatto importante e cioè che
non solo il mio compito consisteva nell'insegnare una determinata materia ma
anche (e forse sarebbe meglio dire prevalentemente) nell'ascoltare i loro
problemi dandogli consigli per risolverli (là dove spesso non ero neanche in
grado di risolvere i miei). Ricordo sempre uno di questi ragazzi, un
mateamatico nato.. si chiamava Saverio ma per motivi a me ignoti amava farsi
chiamare Francy. Aveva con suo padre gli stessi problemi che anche io avevo
avuto col mio e che avevo ormai ampiamente superato anche se avevo mantenuto
nei confronti di mio padre una cosa che non si poteva definire
più -rivalità- quanto una certa -immotivata diffidenza-.. retaggio anche di
un gap generazionale di 30 anni difficile da limare. Questo ragazzo, un
giorno, esattamente come nel film Dottor Creator, mi viene a dire che suo
padre è morto. La scena nel film era obiettivamente diversa, il professore
Peter O'Toole stava col suo studende in riva al mare.. noi due invece seduti
in uno squallido bar davanti ad una birra... ma le parole furono le stesse:
questo ragazzo, senza piangere o senza particolari segni di commozione, mi
dice che lui odiava suo padre, detestava il suo modo di parlare, il modo
ignorante con cui si rivolgeva a sua madre, detestava il suo lavoro, i suoi
amici e il suo modo di vedere la vita.. dice anche però che se avesse potuto
riportarlo indietro dalla morte lo avrebbe fatto subito, facendolo tornare
esattamente com'era.. senza cambiare nulla di lui. Ti dico in tutta onestà
che per me quell'evento è stato uno dei momenti cardine della mia vita
perchè mi ha reso cosciente dell'importanza di certe cose e del valore
rappresentato anche solo dalla presenza discreta di certe persone nella tua
vita. E' come quando studi una marea di nozioni e sai già che prima o poi te
le dimenticherai.. e invece capita che studiando una teoria difficile.. a
volte..tutto in un momento ti si apre davanti una porta e vedi la luce.. hai
capito!..da allora in poi non ti dimenticherai più quella cosa. Io non ho
più dimenticato l'importanza di quella presa di coscienza. Ti ho voluto
raccontare questa storia per farti capire il valore che io dò a queste cose
e quindi farti sapere, anche se indirettamente, quanto posso esserti vicino.
Un saluto da un vecchio amico.
Nell'occasione rispolvero il mio vecchio nick.
-=master=-
dove scriverti (di preciso) ho pensato di lasciare due righe qui, in quest
posto che una volta ha rappresentato per noi qualcosa.
Magari un giorno le leggi.. magari no.
..poco dopo aver compiuto la maggiore età cominciai a vedere mio padre come
una sorta di nemico. Ricordo discussioni, litigi con parolacce e insulti,
sguardi in cagnesco e minacce di ogni tipo. Questo accadeva spesso per
motivi che sinceramente non ricordo e che probabilmente derivavano solo da
quel caratteristico iter umano che porta i figli piccoli a vedere il padre
come un esempio da seguire e i figli grandi a vedere lo stesso come un
avversario da superare nonstante quest'ultimo si prodighi per loro con lo
stesso incessante impegno e dedizione. La cosa andò avanti parecchio,
ricordo pure con rammarico di aver desiderato che morisse sotto un camion o
di qualche accidente; il ricordo di questa cosa mi fa letteralmente
rabbrividire ma non sono solito negare cose che ho fatto anche se oggi non
esito a definirle stupide e deplorevoli. Alcuni anni dopo aver fiinito
l'universita', per un certo periodo, mi ritrovai ad insegnare nella stessa a
ragazzi che avevano effettivamente solo una decina di anni meno di me che
però mi vedevano come una sorta di fratello maggiore.. anche in virtu del
fatto che la maggior parte degli altri docenti aveva l'età giusta per essere
bisnonno. Da questa visione se ne ricavava un fatto importante e cioè che
non solo il mio compito consisteva nell'insegnare una determinata materia ma
anche (e forse sarebbe meglio dire prevalentemente) nell'ascoltare i loro
problemi dandogli consigli per risolverli (là dove spesso non ero neanche in
grado di risolvere i miei). Ricordo sempre uno di questi ragazzi, un
mateamatico nato.. si chiamava Saverio ma per motivi a me ignoti amava farsi
chiamare Francy. Aveva con suo padre gli stessi problemi che anche io avevo
avuto col mio e che avevo ormai ampiamente superato anche se avevo mantenuto
nei confronti di mio padre una cosa che non si poteva definire
più -rivalità- quanto una certa -immotivata diffidenza-.. retaggio anche di
un gap generazionale di 30 anni difficile da limare. Questo ragazzo, un
giorno, esattamente come nel film Dottor Creator, mi viene a dire che suo
padre è morto. La scena nel film era obiettivamente diversa, il professore
Peter O'Toole stava col suo studende in riva al mare.. noi due invece seduti
in uno squallido bar davanti ad una birra... ma le parole furono le stesse:
questo ragazzo, senza piangere o senza particolari segni di commozione, mi
dice che lui odiava suo padre, detestava il suo modo di parlare, il modo
ignorante con cui si rivolgeva a sua madre, detestava il suo lavoro, i suoi
amici e il suo modo di vedere la vita.. dice anche però che se avesse potuto
riportarlo indietro dalla morte lo avrebbe fatto subito, facendolo tornare
esattamente com'era.. senza cambiare nulla di lui. Ti dico in tutta onestà
che per me quell'evento è stato uno dei momenti cardine della mia vita
perchè mi ha reso cosciente dell'importanza di certe cose e del valore
rappresentato anche solo dalla presenza discreta di certe persone nella tua
vita. E' come quando studi una marea di nozioni e sai già che prima o poi te
le dimenticherai.. e invece capita che studiando una teoria difficile.. a
volte..tutto in un momento ti si apre davanti una porta e vedi la luce.. hai
capito!..da allora in poi non ti dimenticherai più quella cosa. Io non ho
più dimenticato l'importanza di quella presa di coscienza. Ti ho voluto
raccontare questa storia per farti capire il valore che io dò a queste cose
e quindi farti sapere, anche se indirettamente, quanto posso esserti vicino.
Un saluto da un vecchio amico.
Nell'occasione rispolvero il mio vecchio nick.
-=master=-